sabato 1 novembre 2014

Omelia per la commemorazione di tutti i fedeli defunti (2 novembre)



Cari fratelli e sorelle,
oggi la Chiesa ci invita a rivolgere la mente ed il cuore a tutti i defunti, per i quali siamo chiamati ad innalzare al Signore particolari preghiere, in questo giorno e per tutto il mese di Novembre, tradizionalmente dedicato alle anime del Purgatorio.
Riflettiamo dunque su una verità tanto scontata quanto nei fatti ignorata: la morte.
 
Infatti, pur sapendo che la vita certamente finirà un giorno, la maggior parte degli uomini vive come se dovesse passare l’eternità su questa terra. A volte si possono avere dei barlumi di luce e verità, per esempio quando si perde una persona cara siamo portati seriamente a porci delle domande e ad interrogarci, ma poi inevitabilmente e normalmente, nonostante tutto, si ritorna ad essere risucchiati dalla quotidianità: “la vita continua” si dice, il che è vero, ma viverla senza sapere dove ci si dirige è da folli. Nei fatti si tratta dell’appuntamento più importante e inevitabile della nostra vita, e la maggior parte degli uomini preferisce semplicemente non pensarci, giungendo ad essa senza alcuna preparazione.
È utile, dunque, ripetere quel che la Chiesa insegna in proposito, anzi, direi che è “vitale”, al fine di prepararci al meglio all'incontro con "sorella morte" come la chiamava san Francesco.
Quando si giunge al termine dell'esistenza, subito dopo che l'anima ha abbandonato il corpo, si trova dinanzi la Verità stessa, per quello che è chiamato “giudizio particolare”. Allora, in Dio che è la Verità stessa, specchieremo le nostre vite e in base ad esse verremo giudicati.
Il giudizio particolare, a cui ogni anima viene sottoposta al momento della morte, è distinto dal giudizio universale, che sarà eseguito dal Signore l’ultimo giorno, giorno in cui scoperchierà le nostre tombe per la resurrezione dei corpi e in cui tutti saremo giudicati pubblicamente, giorno in cui saranno svelati tutti i segreti e le debolezze di ciascuno saranno rese note a tutti. In "quel giorno" del giudizio universale, come ci dice Gesù nel Vangelo di Matteo, verremo destinati: gli iniqui «al supplizio eterno e i giusti alla vita eterna» (Mt 25,46). Nel giudizio particolare, invece, oltre alle due possibilità definitive di Paradiso ed Inferno, vi è un’ulteriore possibilità intermedia e non definitiva: il Purgatorio, un luogo di purificazione che prepara l’anima all’incontro con Dio in Paradiso. Il Purgatorio è un luogo di sofferenza come l’inferno, tuttavia, a differenza di questo, in Purgatorio vi è la speranza certa che la sofferenza terminerà e, inoltre, si ha la consapevolezza che questa è giusta e necessaria a preparare l’anima ad una felicità che non si può descrivere a parole. La sofferenza espiativa è un processo di preparazione necessario e per rendere l’anima “capace di Dio”. In effetti, cari fratelli e sorelle, vi è una singolare interazione tra l’anima umana e la sofferenza: l’anima passando attraverso la sofferenza si purifica, si tempra e risplende, come l’oro che per essere purificato deve essere portato ad alte temperature e liquefatto. Questo è vero tanto per la vita presente, quanto per il Purgatorio. Non sarà così all’inferno, dove la sofferenza non sarà espiativa, ossia non purificherà le anime dannate, bensì sarà punitiva, ovvero sarà solo il giusto premio per le loro azioni malvage.
Cosa fare dunque cari fratelli e sorelle, per prepararci al meglio all'incontro più fondamentale della nostra esistenza? 
Anzitutto non lasciarci sfuggire le occasioni che la vita ci dà per purificare qui ed ora la nostra anima: vivendo ogni cosa per amor di Dio senza abbandonarci mai alla disperazione, consapevoli che il momento presente passa in fretta: il soffrire passa, l’aver ben sofferto resta. Le pene piccole e grandi che ci capita di vivere quotidianamente possono diventare ottimi mezzi di espiazione per gli innumerevoli peccati con cui abbiamo offeso il Signore.
Inoltre, dobbiamo pregare per noi stessi e per i nostri cari viventi, per la nostra e loro conversione e crescita nella Fede e, soprattutto, per imparare ad essere misericordiosi verso gli altri, affinché quando fra poco noi tutti chiuderemo gli occhi a questo mondo, trovandoci dinanzi la Verità stessa, potremo trovare un giudice misericordioso. Infatti, come dice la Scrittura, «con il metro con cui misuriamo verremo misurati» e «il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia» (Gc 2, 13).
Infine dobbiamo pregare per tutti defunti, e questo è l’impegno specifico di oggi e di tutto il mese di novembre in particolare ma non solo, perché coloro che soffrono in Purgatorio possano godere di un po’ di refrigerio e, perché no, magari ricevere delle “riduzioni di pena” grazie alle nostre preghiere e ai meriti della Chiesa. Un’anima liberata dal Purgatorio sarà eternamente riconoscente con chi l’avrà aiutata e, giunta finalmente al cospetto dell’Altissimo ci ricambierà con le sue preghiere per noi, affinché anche noi, insieme a lei e a tutti i santi, potremo giungere alla contemplazione di Colui che è pace, gioia e amore infinito.

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