Ricevo da un amico sacerdote e volentieri pubblico.
Fratelli e sorelle,
la liturgia della parola di questa
domenica è davvero fonte di consolazione, infatti, siamo invitati a fissare lo
sguardo ad una delle verità forse più belle della nostra fede: il Paradiso. Noi
siamo invitati ad un appuntamento speciale con il Creatore, il Re dei re, che
ha preparato per noi un banchetto regale, “di grasse vivande e di vini
eccellenti”, come dice il profeta Isaia nella prima lettura.
Ma non solo, in
quel giorno "Egli eliminerà la morte per sempre e asciugherà le lacrime su
ogni volto". Questo ha promesso il Signore, e questo realizzerà per coloro
che hanno sperato nella sua salvezza, per coloro che avranno accolto il suo
invito.
"Venite voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed
io vi darò ristoro" dice il Signore.
Andiamo a Gesù che per farci dono della
sua condizione divina, non ha esitato a condividere con noi la nostra misera condizione
umana e per riscattarci ha versato fino all’ultima goccia del suo sangue.
Andiamo a Gesù, che è asceso al cielo ed è andato a prepararci un posto di
pace, di felicità, di amore.
Andiamo a Gesù e non dovremo temere nulla in
questo mondo, infatti, Lui ha vinto il mondo e, insieme a Lui, anche noi lo
vinceremo. Se Gesù è con noi niente e nessuno potrà mai realmente danneggiarci,
perché il momento presente, per quanto a volte possa essere doloroso, è
destinato a finire presto, per lasciare spazio al momento eterno, che al
contrario non finirà mai.
In "quel" giorno, il Signore ci ricompenserà per ogni lacrima
versata ed ogni pena sofferta con pace per amor suo. Egli ci chiede solo di
amarLo sopra ogni cosa e quando davvero impariamo ad amarlo, il Suo amore in
noi diviene una forza soprannaturale che ci consentirà di affrontare e vincere
ogni battaglia, che trasformerà ogni pena ed ogni sofferenza in fonti di gioia
e di merito.
Fratelli e sorelle, nessuno in questo mondo può sfuggire al
soffrire, così come nessuno può sfuggire alla morte. Ma chi vive con Cristo,
morirà con Cristo e insieme a Lui risorgerà e vivrà in eterno, perché Cristo ha
vinto la morte: è risorto e non muore più. Questa è la nostra Fede e conformemente ad essa dobbiamo vivere.
Vivendo con la consapevolezza del Paradiso che ci attende, le
cose di questo mondo, che alle volte possono soffocarci, vengono ridimensionate
e allora ciascuno potrà dire insieme a san Paolo “tutto posso in colui che
mi da la forza”, perché la forza che Dio ci da è il suo stesso amore che dobbiamo coltivare e far crescere in
noi. O ancora, possiamo dire insieme al salmista "anche se vado per una
valle oscura non temo alcun male, perché tu sei come", infatti se Dio è
con noi, chi può essere contro di noi? Chi può essere contro Dio? Purtroppo, c’è
da dire, che contro Dio siamo noi che ci schieriamo, quando scegliamo di
compiere il male, quando scegliamo il peccato, quando rifiutiamo l'amore di Dio
su di noi e in noi verso di Lui e scegliamo di ignorare il suo invito.
Quando un uomo è schiavo dai beni passeggeri di questo mondo
e dei suoi vizi, inevitabilmente dimentica la dignità a cui è stato chiamato da
Dio, dimentica di essere anche “spirituale” e vive solo il suo essere
“carnale”. Un uomo del genere, come gli invitati della Parabola raccontata da
Gesù nel Vangelo, finisce per non volere più il Paradiso, perché ormai è cieco
per il suo egoismo e la sua superbia. Egli pensa solo a cercare di vivere
piacevolmente il momento presente, spesso in modo contrario alla legge di Dio.
Ma è uno stolto, perché il momento presente passa in fretta e, senza Dio, non
lascia nulla, se non un abissale ed incolmabile vuoto che non avrà fine. È
l’amore di Dio dentro di noi l’abito nunziale per essere accolti alle nozze,
abito che se non si incomincia ad indossare ora, “quel giorno lì”, si resterà fuori
dell’Amore di Dio…fuori, dov’è pianto e stridore di denti.
Cari fratelli e sorelle, non commettiamo l’errore di Esaù
che, per un piatto di lenticchie, vendette a suo fratello Giacobbe la sua
primogenitura. Non lasciamoci ingannare dai miraggi di questo mondo e dalle
tentazioni del demonio che sa ben presentare il peccato come qualcosa di
attraente. Fuggiamo il peccato e guardiamo a Gesù, seguiamo Gesù, professiamo
con coraggio Gesù, anche quando per questo saremo sbeffeggiati o, peggio
ancora, saremo insultati o perseguitati o calunniati, perché "quel" giorno, giorno in cui
il Signore asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi, grande sarà la nostra
ricompensa eterna.
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